La cometa periodica 29P/Schwassmann-Wachmann è un oggetto unico nel suo genere, appartenente alla famiglia dei Centauri, un gruppo che popola la regione del Sistema Solare posta tra Giove e Nettuno. Il suo nucleo è piuttosto grande, con un diametro probabilmente di oltre 60 km.
Questa cometa è ben nota per il suo comportamento del tutto peculiare: infatti dalla sua scoperta, avvenuta nel 1925 presso l’Osservatorio di Amburgo, continua a presentare frequenti outburst che ne innalzano la luminosità di alcune magnitudini. Solitamente è piuttosto debole, intorno alla magnitudine 15-16, ma nel corso degli outburst in poche ore sale velocemente di luminosità. In qualche raro caso diventa osservabile per pochi giorni anche in piccoli strumenti, giungendo a volte perfino a portata di binocolo. Intendiamoci, non diviene mai spettacolare, rimanendo sempre un piccolo oggetto nebuloso, anche a causa della distanza, ma il suo comportamento è straordinario sotto molti aspetti.
Questi eventi parossistici presentano un andamento semi periodico, e mediamente si ripropongono all’incirca ogni 58 giorni circa. Si verificano però anche periodi di stasi, come pure outburst multipli, che rendono questo oggetto sempre interessante ed imprevedibile. Al contrario delle altre comete segue un’orbita quasi circolare, ed è quindi osservabile con regolarità ogni anno più o meno nelle stesse condizioni. Per questo è un soggetto sempre tenuto sotto controllo dagli appassionati di comete.
Ora ha mostrato uno dei suoi caratteristici outburst e tra il 18 e il 19 novembre è aumentata di circa tre magnitudini, salendo alla tredicesima magnitudine in un paio d’ore. Inizialmente di aspetto quasi stellare, come di consueto ha poi sviluppato una chioma più estesa e diffusa, man mano che la nube di polveri emessa si è espansa.
figura1 la cometa 29P in fase quiescente pre-outburst ripresa il 9 novembre 2020 da Mauro Facchini all'Osservatorio di Cavezzo . La condensazione centrale nella quale è immerso il nucleo è circondata da une tenue chioma molto diffusa.
Figura 2. La cometa ripresa la sera del 19 novembre da Paganelli all'Osservatorio di Talbignano nella fase iniziale dell'outburst. L'aspetto è molto condensato, quasi-stellare.
Figura 3.La cometa ripresa il 24 novembre da Giorgio Baj. Mostra lo sviluppo della chioma asimmetrica in espansione.
Fig.4 - La stessa sera del 24 novembre la cometa è stata ripresa con maggiore risoluzione da Erik Brissink (Brixiis Observatory - Telescope Leave Team)
Figura 5 - Una ripresa effettuata il 26 novembre da Giannantonio Milani con un piccolo telescopio mostra l'ulteriore espansione della chioma ed il falso nucleo stellare per la presenza del secondo outburst.
L’evoluzione del fenomeno è documentato sia dalle numerose immagini raccolte, sia dai dati fotometrici che lo descrivono numericamente. La fotometria ha riguardato sia la misurazione della magnitudine che la quantità Af[rho], correlata all’emissione di polveri. Da una prima stima la velocità media di espansione delle polveri misurata sul piano del cielo è risultata intorno a 250 m s-1; la cometa in questo periodo è stata osservata frontalmente essendo quasi perfettamente in linea con il Sole e la Terra (angolo di fase di poco più di tre gradi), quindi questa stima non si riferisce alla velocità effettiva delle polveri ma solo ad una componente media ortogonale alla visuale. E’ da considerare che per diversa direzione di emissione e le diverse dimensioni le polveri coprono in realtà un intervallo piuttosto ampio di velocità, quindi questa prima stima è solo indicativa per definire un ordine di grandezza indicativo.
Figura 6. La curva di luce si riferisce a magnitudini in banda R misurate per finestre di misura corrispondenti a valori tra 10.000 e 20.000 km sulla cometa. Dopo un periodo di stasi caratterizzato da una luminosità costante intorno alla magnitudine 16 si sono presentati in rapida successione i due massimi legati agli outburst del 19 e 25 novembre.
Figura 2 Grafico preliminare relativo alle variazioni nel profilo medio della chioma descritto mediante la quantità Af[rho] in funzione della distanza dal nucleo in chilometri. Si nota molto bene il profilo ad onda corrispondente alla nube di polveri emessa. Man mano che la nube si espande la curva si allarga e il valore massimo diminuisce. La forte caduta dei valori in prossimità del nucleo è un effetto strumentale. La quantità Af[rho] mostra in modo più evidente il drammatico cambiamento legato all'outburst con un salto nei valori passati da 25 metri a 350 metri, un incremento di ben 14 volte rispetto al minimo.
Le osservazioni fotometriche sono state effettuate da:
Andrea Aletti, Giorgio Baj, Federico Bellini, Erik Bryssinck, Mauro Facchini, Rolando Ligustri, Giannantonio Milani, Diego Tirelli
La cometa, salvo sorprese, si avvia ora lentamente verso un probabile nuovo periodo di quiescenza. Se rispetterà il suo comportamento medio dovrebbe tornare a mostrare un nuovo evento dopo metà gennaio 2021. Ma,si sa, le comete sono imprevedibili e tutto può succedere. Per questo per tutti sarà sempre una sorvegliata speciale.