Ritorna la cometa 103P/Hartley: è al via la campagna osservativa

 

Tra gli oggetti osservabili quest’anno spicca il ritorno della 103P/Hartley , una cometa piccola ma ricca di sorprese, con un nucleo di forma bizzarra che ricorda una arachide. Scoperta nel 1986 da Malcom Hartley all’Osservatorio di Siding Spring, appartiene alla famiglia delle comete gioviane ed ha un periodo attualmente di 6.48 anni.  La distanza del perielio è di poco superiore ad una Unità Astronomica, e questo la porta ogni due rivoluzioni  a transitare nelle vicinanze della Terra, divenendo a volte un oggetto facilmente osservabile anche con piccoli telescopi.   Il 2010 in particolare è stato un ritorno particolarmente favorevole , con la cometa molto vicina al nostro pianeta ed una magnitudine totale apparente pari a cinque. Inoltre è stato anche l’anno della missione EPOXI (NASA) che ha effettuato un flyby su questa cometa.  La sonda madre aveva già condotto con pieno successo la spettacolare missione Deep Impact, diretta sulla cometa 9P/Tempel con l’obbiettivo di sondare la struttura e composizione della superficie del nucleo colpendola il 4 luglio 2005 con una sonda secondaria usata come un proiettile.  

La cometa 103P/Hartley ripresa dalla sonda EPOXI con la camera a media risoluzione  da una distanza di 849 km, nel momento di massimo avvicinamento avvenuto il 4 novembre 2010. Il nucleo ha una lunghezza di circa 4 km e una larghezza massima di due. La forma irregolare ed allungata del suo nucleo  la fa apparire  come una vera e propria “arachide cosmica”!  https://www.nasa.gov/mission_pages/epoxi/images/hartley-4.html

Il ritorno di quest'anno rappresenta una opportunità unica per osservare e studiare questa cometa essendo il primo favorevole dopo la missione EPOXI, con un discreto avvicinamento tra cometa e Terra.

le posizioni rispettive di Terra e Cometa intorno al 12 ottobre, data dal passaggio al perielio della cometa.

Finché scriviamo la sua luminosità è ancora piuttosto bassa (circa magnitudine 17 ma avvicinandosi al Sole aumenterà rapidamente. Il perielio cadrà il 12 ottobre 2023 e la cometa sarà allora a 0.406 ua  dalla Terra (60 milioni di chilometri) e 1.064 ua al Sole; la magnitudine totale prevista  sarà allora intorno a 7-8, potenzialmente osservabile anche al binocolo sotto un buon cielo di montagna.  E’ da tenere conto che per  la relativa vicinanza la cometa apparirà abbastanza diffusa e quindi la sua luminosità sarà diluita e nelle regioni esterne tenderà a confondersi con il fondo del cielo. Inoltre la parte più estesa della chioma sarà data dalla componente gassosa, che nel visibile è dominata dal C2, sempre molto tenue e difficile da osservare visualmente in tutta la sua estensione.  Anche la coda sarà molto debole e si potrà forse intuirne solo un accenno. Ma fortunatamente intorno al perielio la Luna sarà nuova e avremo quindi le condizioni ottimali per osservarla nel modo migliore.

Il progetto CARA, che ha già osservato assiduamente la cometa nel 2010/2011 a supporto della missione EPOXI [1][2], ha promosso in collaborazione con la Sezione Comete UAI, la Comet Section della BAA e con diversi osservatori europei già collaboratori CARA , un programma specifico dedicato alla 103P/Hartley con lo scopo di effettuare un monitoraggio edettagliato della cometa nel corso dell'apparizione, confrontando poi l'evoluzione mostrata nel 2010 con quella attuale.

Il programma, aperto a tutti, è configurato secondo i protocolli definiti dal CARA  con lo scopo di acquisire sia dati fotometrici sia immagini. E' richiesta una camera CCD/CMOS con con controllo di temperatura ed un filtro R(Cousins/Bessel) o r'(SLOAN). La scala immagine suggerita è intorno a 1-2"/pixel e qualunque tipo di telescopio in linea di massima è adatto. Le immagini devono essere pre-trattate con la sottrazione del dark e la normalizzazione rispetto al flat field, eseguiti rigorosamente secondo quanto indicato nel protocollo CARA.

Per ulteriori informazioni scrivere a: comete[AT]uai.it

la cometa 103P/Hartley come è apparsa nella apparizione del 2010 (immagine di Rolando Ligustri)

[1]https://iopscience.iop.org/article/10.1088/2041-8205/734/1/L1/pdf

[2]https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S001910351200365X

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